Sempre più spesso sento parlare dei cosiddetti “spazzini del web” e qualche tempo fa ho approfondito l’argomento perchè strettamente collegato con il SEO. Negli USA è diventata ormai una moda per i VIP (vi ricordate Kate Moss?)
Ciò che forse non è evidente dai case history che leggiamo di pulizia del web è che in realtà non si tratta di una vera e propria pulizia, ma più di una spazzata sommaria…qualcosa del tipo “nascondere la polvere sotto il tappeto”…ma alla fine la polvere è sempre lì.
In pratica uno spazzino del web, attraverso la costruzione di blog, siti e profili social cerca di ripulire le prime pagine delle serp da notizie fastidiose per il cliente. Niente di più facile…no?
Un intervento interessante sulla Web Reputation è stato quello di Andrea Scarpetta al convegno GT 2010 con la sua interessante proposta di link building che ho personalmente testato.
Vi consiglio di dare un’occhiata alle slide
Le strategie da intraprendere in questi casi sono molteplici e, soprattutto, è fondamentale capire la quantità delle notizie diffamatorie e la qualità.
Se si tratta di diffamazione bisogna intervenire con una strategia veloce e aggressiva:
- ripagare con la stessa moneta chi ci ha diffamato
- intercettare tutti i canali nei quali si è parlato di noi e intervenire direttamente
- lavorare su blog, siti, social network offrendo un’immagine positiva dell’azienda
- dedicare una o più risorse alla lavorazione che dovrà essere costante nel tempo
Ma se non si tratta di diffamazione? Cosa succede se la notizia che non vogliamo far apparire in serp è presente su un sito come La Repubblica? E se ne avesse parlato una trasmissione famosa in tv come Striscia La notizia?
In quel caso la lavorazione standard degli spazzini del web non basta..
Io credo che in questo caso la strategia da adottare sia quella del “mea culpa” e cercare di voltare pagina..altrimenti si rischia di fare la fine di Aiazzone!
(Non metto alcun link per Aiazzone, ma provate a digitare il nome di questa grande azienda su Google)
Imma Pinto